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1530. Francesco Sforza a Giacomo Zabbolo (1453 marzo 24 Cremona).

Francesco Sforza scrive a Giacomo Zabbolo esortandolo a riconciliarsi con Attanasio Ferrari, specie ora che è chiara la sua innocenza per la morte di Giovanni Zabbolo, auspicando che ciò potesse avvenire anche in caso contrario, dicendogli di avere scritto a Oldrardo in merito a ciò.

Nobili viro Iacobo de Zabbolis, civi Parmensi.
Perché simo dexiderosi che fra li nostri cictadini di quella città sia bona unione, amicitia et benivolentia haverissimo molto caro che fra ti et li toi parenti et Attanaso di Ferrari seguisse bona et sincera pace, riposo et quiete delli animi vostri, et che per la morte seguita del nobile già nostro cictadino Zuhani Zabbolo, tuo barba, fosse fra voi remesso ogni odio, rancore, malivorentia et suspectione, maxime havendo nui pure chiara informatione ch'el dicto Actanaso in tucto è inocente della dicta morte de tuo barba, et quando fusse altramente, et tu volessi pacificarti con sì, nui t'el confortarissemo. Il perché te confortiamo, carricamo et strengimo, secondo etiamdio scrivemo sopra ciò al spectabile messer Oldrà, nostro consigliero et [ 374v] governatore in quella cittade, che debia per nostra parte dirti et confortarti che tu vogli con il dicto Attanaso venire a bona pace et amititia come erati prima ch'el caso di Zuhan predicto incorresse, ad ciò che cum vostro bono amore possa retornasse a repatriare et conversare in quella cittade como debono li boni cittadini, il che ad nui serà molto grato et acepto, et haverimo caro ne advisi de tua intentione. Data ut supra.
Iohanninus.