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1909. Francesco Sforza ad Antonio Minuti (1453 giugno 9) Cremona.

Francesco Sforza scrive ad Antonio Minuti che assegni l'incanto del dazio della Camera dei pegni a Lucio Cotta per lire 144 e soldi dodici, anche se Cotta gli ha fatto osservare che detto incanto per quest'anno ascende a centoventi lire.

Ser Antonio de Minutis. (a) Havimo ricevuto tua Iettera de data vii del presente et inteso quanto scrive.
Respondemo solo per questa ad una parte, zoè alla parte della assignatione havemo facta a Lucio Cotta del datio della Camera di pigni, non ascendendo più l'incanto de libre cxx, et cetera. Et perché respondendo dici che l'incanto del dicto datio de questo anno ascende in uno anno libre cxliiii et soldi xii et che hai facta l'assignatione al dicto Lucio sopra dicto datio de libre cxx secondo la continentia delle dicte nostre lettere, hora per questa te dicemo, et cussì volemo et te conmettemo che ti, una cum li compagni toi, fazati l'assignatione integra de tucto quello datio per fino alla integra summa de libre 144 et soldi (b) xii, che ascende l'incanto de quest'anno al dicto Lucio, non obstante altre nostre lettere in contrario, facendoli de zò opportune scricture.
Cremone, ut supra.
Ser Iohannes.
Iohannes.
A margine:n.

(a) La missiva è depennata.
(b) et soldi ripetuto.