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237. Francesco Sforza al podestà di Piacenza e a Teseo da Spoleto 1452 febbraio 22 Milano

Francesco Sforza informa il podestà di Piacenza e Teseo da Spoleto delle lamentele di Giacomazzo da Salerno per la uccisione di un suo famiglio da parte degli uomini di Gragnano Soprano e Sottano, Campo Remoto Sottano e Casalechio, e che quelli di Gragnano Soprano suonarono la campana a martello per radunare la gente. Ordina, perciò, che si informino del motivo dell'uccisione e provvedano secondo ragione.

Potestati Placentie et Theseo de Spoleto.
El spectabile misser Iacomazo, nostro compare, è stato qui da nuy dolendose et gravandose che per li homini de Gragnano Soprano, insieme cum quilli de Gragnano Sottano, Campo Remoto Sottano et Casalechio, è stato morto uno suo famiglio, dicendone che li homini de Gragnano Soprano sonarono la campana ad martello et feceno cohadunare tucti li vicini circumstanti; della qual cosa ne maravigliamo assay che vuy non li habiati proveduto opportunamente, secondo rechiede la rasone. Et perché nuy non deliberamo per modo alcuno che tale apto passi impunito, volimo, et expresse vi commandiamo et comettiamo che debiati sutilmente et dilligentemente informarve dal principio, mezo et fine dela casone per la quale è stato morto dicto famiglio di misser Iacomazo, [ 59v] et demum far rasone per la cohadunatione delli homini delle dicte ville et vedere quello vole la rasone perché deliberamo omnino che questa cosa se veda et dicida per la via della rasone. Et per vostra informatione ve mandiamo una lettera che dicto misser Iacomazo ne scripse inanzi ch'ello vinisse qui ad nuy.
Siché procedete in questo facto et fati rasone et iustitia alle parte. Data Mediolani, die xxii februarii 1452.
Zaninus.
Cichus.