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292. Francesco Sforza a Raffaele Pugnello 1452 marzo 3 Milano.

Francesco Sforza comunica a Raffaele Pugnello che gli uomini di Pellegrino si lagnano per la richiesta del pagamento della tassa del gennaio 1451, che dicono essere già stata riscossa da Alessandro, fratello del duca, come risulta dalla relazione di Uberto da Cornazano, mentre Franceschino da Caravaggio nega tale pagamento. Il duca vuole che si accerti il fatto perché non sarebbe giusto che pagassero due volte.

[ 73r] Rafaeli Pugnello. (a) Ne hanno facto grave lamenta li homini de Pelligrino perché voleno essere gravati a pagare la tassa del mese de zenaro dell'anno MCCCCLI, dicendo non essere tenuti, perché una fiata hanno pagato el magnifico Alexandro, nostro fratello, come se testiffica per una sua lettera et per relatione de (b) Uberto da Cornazano, quale dice havere pagato ad esso Alexandro la maiore parte d'essi dinari per li dicti de Pelegrino; (c) dal'altro canto Franceschino da Caravazo dice non essere vero che habiano pagato per relactione toa. (d) Et perché non saria licito che dicti homini pagassero doe fiate, ti committiamo et volimo che, intesa l'una parte et l'altra et le rasone loro, se trovaray che habiano pagato al prefato Alixandro, provedi che non siano astrecti a pagare più a veruno altro, nì habiano ligiptima casone de lamentarse. Data Mediolani, die iii (e) martii 1452.
Cichus.

(a) Precede Theseo de Spoleto depennato.
(b) Segue uno che faceva depennato.
(c) Da Uberto a de Pelegrino a margine.
(d) per relactioe toa in interlinea.
(e) In A viii con v depennato.