Registro n. 14 precedente | 364 di 1952 | successivo

364. Francesco Sforza a donna Luchina dal Verme (1452 marzo 16 Milano).

Francesco Sforza si lamenta con Luchina dal Verme per aver dilazionato il pagamento di suo fratello Alessandro con grande danno dei disegni ducali. La sollecita, perciò, a non rimandare Michele, cancelliere di Alessandro, che invia lì per questo scopo, a ritornarsene a mani vuote.

Domine Luchine de Verme.
Non possemo se non grevemente dolerne de vuy in haver dilatato lo spacciamento de Alexandro, nostro fratello, da quello denaro vuy sapete, et che, per nostre lettere, sete stata avisata, como havete fino qui, che, adciò sappiate, ultra che nell'animo ne prendiamo amaritudine, ce torna anchora tal dilitione ad grande incomodo et disturbo deli nostri designi che, occorrendo il bisogno dovere opperare dicto nostro fratello cum le sue gente, como poteria acchadere de dì in dì, poteressemo mettere et luy et li soy per habandonati, avisandove che tucte l'altre nostre gente hanno havuto li loro assignamenti, et già sonno spacciati dela maiur parte del (a) denaro, et tuctora se spacciano et metonsene in ordene del resto; et questo, che doveria essere el primo messo in puncto, che sia quello de deretro, extimate che no ce è ponto caro. Per la qual cosa ve confortamo et, quanto possemo, caricamo vogliate subito, recevuta questa, fare circha ciò tale et sì fata provisione che ser Michele, cancellero de Alexandro predicto, quale mandiamo là per questa casone sola, sia da vuy subito spacciato, altramente habiamo ordinato ad luy que habbia ad sequire per tal faccenda.
Data Mediolani, ut supra.
Andreas Fulgineus.

(a) Segue loro depennato.