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396. Francesco Sforza al podestà di Castell'Arquato. 1452 marzo 24 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Castell'Arquato di fare restituire al marchese di Varese quanto gli fu preso da Giorgio Bartolomeo Bagarotto nella cui casa abitava quando Castell' Arquato pasṣ in mano sforzesca. Accertato che gli furono presi due cavalli, alcune pancere e armi e altre cose, lo Sforza vuole che Giorgio Bartolomeo sia obbligato alla restituzione o al risarcimento.

Nobili viro potestati nostro castri Arquate dilecto nostro.
Secondo ne ha exponuto el strenuo marchexe de Varesio, quando quella nostra terra de Castello Arquato se summise alla obedientia et datione nostra, ad esso marchexe, quale allora era della compagnia Bracescha et se retrovava essere allogiato in essa terra, fui facta promessa et sigureza che seria salva et libera tucta la robba sua, quale se retrova havere in la dicta terra, et che, non obstante questo, gli forono indebitamente retenuti duy cavalli et alcune panzere et arme et certe altre sue cose, quale pervenetteno in le mane de Georgio Bartholomeo Bagarotto della dicta terra, quale le haveva presso di sè, siando el dicto marchexe logiato in casa sua. Il che, rechirendo lo dicto marchese, nostro squadrero, che circha la restitutione deli dicti cavalli, arme et robbe vogliamo provedere, parendone cosa honesta et rasonevele, vogliamo, et per la presente te committiamo che, havuta per te dilligente informatione, se retrovaray essere cusś in facto quanto el dicto marchese ha exponuto de sopra, astrengi lo dicto Georgio Bartholomeo ad la restitutione delle predicte robe et cavalli, overo alla satisfatione del valore de quilli, facendo in questo rasone summaria et senza litigio, in modo militare, inspecta solamente la veritade del facto, siché presto conseguisca el suo debito. In la qual cosa molto te caricamo. Data Mediolani, die xxiiii martii 1452.
Andreas Fulgineus.