Registro n. 14 precedente | 398 di 1952 | successivo

398. Francesco Sforza ad Antonio Blasia in Spedia. (1452 marzo 25 Milano).

Francesco Sforza scrive ad Antonio Blasia in Spedia dispiacendosi del furto subito dal suo messo di ritorno dall'avergli portato vino regalato da Antonio. Ha dato ordine al luogotenente di Parma, al famiglio Gandolfo da Bologna e al podestà di San Donnino di catturare gli autori del furto e di imporre la restituzione di quanto sottratto al suo messo.

Spectabili amico nostro carissimo Antonio de Blasia in Spedia.
Non poterissimo suffitientemente exprimere quanto ne sia stata molesta et rencrescevele la robbaria facta al vostro meso, quale ne ha conducto el vino per vuy mandato perché, oltra che voressimo che li vostri fosseno honerevelmente et ben tractati, cede pur a troppo grande vergognia nostra che li camini non siano nel territorio nostro securi (a) et non volimo patire per modo alcuno. Et perhò ve advisamo como havemo scripto al nostro locotenente de Parma, et Gandolfo da Bolognia, nostro famiglio, et al nostro potestà del Borgo San Donino che omnino se sforzino de havere li perpectratori della dicta robaria in le mane et provedano che al vostro siano restituite le cose tolte, et da poy gli sia facto rasone, disposti totalmente far tal demostratione in questo facto, che chaduno cognoscha che habiamo exose simele robarie, et volimo che chaduno possa andare per lo territorio nostro cum l'oro in mano. L'è vero che l'è tante gente d'arme nel territorio nostro che non pò essere che non seguano delli desordini, ma quando debiano seguire ad alcuna persona, non vorissimo seguisseno alli vostri.
Data ut supra.
Irius.
Cichus.

(a) securi in interlinea.