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435. Francesco Sforza al referendario e al tesoriere di Parma. 1452 aprile 5 Milano.

Francesco Sforza, informati il referendario e il tesoriere di Parma che sono arrivate milletrecento lire, quota dei denari delle due paghe trattenute, vuole si procuri di fargli presto avere il rimanente del salario del comune extra moenia, e, soprattutto, i salari di due mesi del commissario, podestà e castellani di Pontremoli, oltre a quelli degli ufficiali e salariati di Borgo San Donnino.

Prudenti viro referendario et texaurario nostris Parme.
È vinuto qui el vostro messo et ha portato circha libre milletrecento per parte di dinari delle due paghe, quale se reteneno alli nostri salariati lì. Et perché è summamente necessario che subito, senza altra dillatione, ne sia portato qui, cussì el resto d'esse due paghe, come li dinari del salario de dicti duy mesi deli potestati, salariati dal comune de fuora et, maxime, del commissario, potestà et castellani de Pontremulo et de tucti gli altri salariati et offitiali a Borgo San Donino, volimo, et expressamente commandiamo, che per ogni modo solicitati et actenditi dilligentissimamente ad scodere [ 111v] tucti li predicti dinari, et presto mandatili qui senza alchuna exceptione, non facendo tamen contra quilli da Pontremulo represaglia alchuna, ma solicitandoli per lettere et altre vie expediente. Data Mediolani, die v aprilis 1452.
Ex Magistris intratarum.