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529. Francesco Sforza al vicario episcopale di Piacenza e a Benedetto de Curte, vicecapitano della cittadella di Piacenza. 1452 maggio 3 Milano

Francesco Sforza scrive al vicario episcopale di Piacenza e a Benedetto de Curte, vicecapitano della cittadella, avvisandoli dell'arrivo di Alessandro, cancelliere di Antonio Landriani, per ottenere il denaro di cui sono debitori alcuni di Ponte Nure. Benedetto, accertato il credito, provvederà che Alessandro ottenga quanto dovuto e il vicario provvederà a risolvere la vertenza per una possessione tra detto Antonio e l'arciprete di Ponte Nure.

Domino vicario episcopi Placentie, necnon Benedicto de Curte vicecapitaneo citadelle nostre Placentie.
El spectabile Antonio da Landriano, nostro conductero, manda da vuy Alexandro, suo cancellero, presente portatore, per rescodere certi dinari che luy dice dovere havere da certi suoy debitori che stanno a Ponte Nuro. Pertanto volimo che intendati questo facto et inteso l'averiti, constandovi lo dicto debito, gli faciati rasone summaria et expedita, per tal modo che niuna delle parte habia iusta casone de (a) querelarse, ma vedeti de dargli presta expeditione ch'el dicto cancellero nostro habia casone de stare li et frustra(r)se sule spese; et questo exequiray tu, Benedecto. Ultra ciò vuy messer lo vicario, perché el dicto Antonio dice havere certa diffirentia cum lo arcipreto de Ponte Nuro per casone de una possessione in la quale esso Antonio intende havere rasone, volimo che similiter gli faciati rasone summaria et expedita (b), siché habia suo devere.
Data Mediolani, die iii maii 1452.
Nicolaus.
Cichus.

(a) Segue stare li depennato.
(b) Segue summaria depennato.