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570. Francesco Sforza al luogotenente di Piacenza. 1452 (maggio) 13 Milano

Francesco Sforza, dovendo Teseo incassare soldi per condanne inflitte ad alcune comunità disobbedienti alla commissione ducale, vuole che il luogotenente di Piacenza si informi a quanto ammonti la somma e con Teseo faccia che sia pagata dando informazione a Cicco di quanto percepito da Teseo. L'avverte di aver concesso a Teseo licenza di andare a casa con l'obbligo di far ritorno a metà luglio per la riscossione della tassa di due mesi. E perché Teseo dice dovere avere ancora delle sue tasse, il duca ordina al luogotenente di accordarsi con la comunità e i deputati perché abbia quanto è dovuto.

[ 141r bis] Locuntenenti Placentie.
Theseo, nostro cancellero, ne dice che ha condempnate alcune comunità, li quali non hanno obedito secundo la commissione et arbitrio che nuy li havemo concesso. Et perché nesuna cosa a nuy è più molesta che la inobedientia, volemo et te comettemo che veduta prima la dicta condampnagione, et la suma che monta, insemi cum Theseo daghi opera cum omne celerità, expediente per modo che la dicta pena sia subito rescossa, advisando ti però Cicho, nostro secretario, de quanti dinari ipso Theseo receverà dela dicta pena. Preterea, perché havemo concessa licentia al dicto Theseo de andare fine a casa sua, cum commissione de ritornare ad mezo el mese de lugio futuro per scodere la taxa de duy mesi, siando la instructione ha avuta da nuy, et ne dice deve rescodere alcuni dinari dele sue taxe, pertanto volemo che operi cum quella comunità et cum li deputati per forma (a) ch'el dicto Theseo habia suo debito tanto dela lista che li fu data per li deputati in la quale dice essere alcuni inesigibili, deli quali li sia dato el contracambio, overo satisfacto, quanto del compimento di dodici cavalli, cioé fiorini xxiiii da calende de zenaro et finché se parterà. Et finaliter, se luy se è portato honestamente et senza barattarie haveremo caro che sia ben tractato da quella nostra comunità a farli suo debito, et che sia subito spacciato. Havendo facto el contrario, haveriamo caro saperlo, perché faceressemo demonstratione fusse stata contra la mente nostra. Mediolani, xiii 1452.
Cichus.

(a) per forma in interlinea.