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617. Francesco Sforza a Benedetto de Curte, vicecapitano e al podestà di Piacenza 1452 giugno 21 "ex castris nostris apud castrum Gonellarum".

Francesco Sforza si compiace con Benedetto de Curte, vice capitano, e con il podestà di Piacenza per avergli fatte avere quello di cui era messaggero Cristoforo proveniente dal regno di Napoli. Cerchino di sapere altro da lui, lasciandolo, dopo quattro giorni dalla ricevuta della missiva, libero. In risposta a quanto chiestogli li dice come devono comportarsi in simili casi.

[ 154r] Benedicto de Curte, vicecapitane(o) et potestati nostris Placentie.
Havimo recevute le vostre lettere insieme cum le incluse, quale portava quello Cristoforo haviti sostenuto dalle parte del reame, quale havimo intese; ve respondimo che haviti facto bene et volimo che vediati, se potiti, havere altro da luy, et potendo havere altro, advisatine; se non, volimo lo teniati cussì quatro dì da poy la recevuta de questa, li quali passati, non havendo altro da luy, lo relassati che possa andare per li facti suoy. Et perché ne diciti, ve advisamo come ve doviti regere per l'avinire in simele cose; ve dicimo che debiati cum solicitudine et diligentia assidua havere bona advertentia et guardia in quella città, et dentro et de fora, in modo che niuna sotile persona possa passare de socto in suso, nì di sopra in giuso che non la pigliati, et da loro intendiati che vanno facendo, et poy advisatine del tucto chiaramente, non relassandole finché haveriti altro da nuy. Ex castris nostris apud castrum Gonellarum, die xxi iunii 1452.
Marchus.
Cichus.