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806. Francesco Sforza a Sceve de Curte, luogotenente di Piacenza 1452 settembre 3 "apud Quinzanum".

Francesco Sforza ordina a Sceva de Curte che, d'intesa con Petrino dalla Somaglia, coordinatore dei lavori, mandi da Piacenza e dal Piacentino cento uomini con zappe e badili a Somaglia per una fortezza, utile in caso di attacco, alla difesa dei luoghi vicini e della città per supplire alla scarsità dei Somagliesi causa peste.

Domino Sceve de Curte, locuntenenti Placentie.
Aciochè ali inimici nostri non resca el pensiero de damnezare li nostri sudditi per la via del ponte de Cerreto, havimo facto fortifichare Zurlescho et alchuni altri lochi circunstanti, et vorissimo ittidem fare fare qualche cosa et qualche meglioramento de forteza alloco della Somaglia che serrà utilissimo alli lochi vicini; ma troviamo che li homini del dicto loco dela Somaglia non sonno habili per la rarità et paucità loro, occasione pestis, la quale ha molto damnizato quello loco et de bisongno siano (a) aiutati a farli almancho tanta forteza che ad una ponta che facessino li inimici, non se recevesse vergongna e damno, che saria anchora detrimento alla città de Piasenza, siandoli vicina como è. Pertanto volimo et ve comettimo che cum bono modo de Piasenza et de Piasentina vediati de mandare là alla Somaglia cento homini cum zappe et badili quali habiano a lavorar lì sey o octo dì; et quanto più presto, meglio, intendendove sopra ciò cum messer Petrino dala Somaglia, el quale metta in ordine de fare lavorare a quilli etiamdio là, havendo advertentia de toglire li dicti homini in lochi più propinqui al loco, et più apti et sufficienti al servicio. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die iii septembris 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) siano in interlinea.