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884. Francesco Sforza al referendario e al tesoriere di Parma (1452 settembre 16 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza esprime al referendario e al tesoriere di Parma lo stupore perché, benché abbia comandato di pagare mensuatim Pietro Paolo da Catabriga, questi si lamenta di non avere ancora ricevuto niente. Ordina che lo paghino subito e osservino il suo salrio mensile.

[ 227r] Referendario et thexaurario Parme.
Dilectissimi nostri, se é condoluto cum nuy grandemente Petro Paulo da Chatabriga, nostro squadrero, decendo non potere havera uno menimo dinaro, già parechii mesi fanno, dela provisione soa che li havemo ordinata lì; dela qualcosa se meravegliamo assay et non possemo fare che non se doliamo de voy perché sapete quante strectamente ve commectessemo li doveste respondere mensuatim dela dicta sua provisione. Pertanto dicemo, et per la presente ve comandiamo debiate, visis presentibus, darli li dinari dela provisione soa de duy mesi et poy subsequenter provederli de quanto luy resta havere dela dicta soa provisione dal dì che glie facessemo la littera d'essa soa provisione, et sic de mense in mensem da qui inanzi, non obstante alchuno ordine, né lettera in contrario. Et de questo faciate che dicto Petro Paulo non habia iusta materia de farne più querela, né lamenta per questa casone, et nui non habiamo caxone da scriverve più per questa facenda (a), perché omnino disponemo dicto Petro Paulo habia la provisione, como havemo dicto de sopra.
Et questo non manche per quanto avete cara la gratia nostra. Data ut supra.
Iacobus.
Cichus.

(a) facenda in interlinea su casone.