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387. Francesco Sforza al Regolatore e ai Maestri delle entrate ordinarie e straordinarie 1453 marzo 17 Milano

Francesco Sforza fa presente al Regolatore e ai Maestri delle entrate che, intendendo saldare il debito che ha con Antonio da Lignano per cose e denari prestati, gli fece fare un'assegnazione sul dazio delle entrate di Milano del 1451, che non bastò a saldare il suo credito. In seguito alle numerose richieste di soddisfazione da parte di coloro cui era stata fatta una assegnazione in quell'anno, il duca decide che sui primi denari delle 25000 lire dei gualdi vecchi e nuovi del Po assegnati ad Antonio Missaglia se ne cavino 1200 per saldare Antonio da Lignano.

Regulatori et Magistris intratarum ordinariarum et extraordinariarum.
Essendo creditore della Camera nostra Antonio da Lignano de certa notabil quantità de dinari, cussì per robbe date per uso della corte nostra, como denari imprestati liberamente, gli fecimo fare sopra el datio del'entrate delle porte delli ultimi cinque mesi dela inclita città nostra de Milano del'anno MilleCCCCLI proximo passato opportuna assignatione, deli quali, per le condictione occorse, como sapete, non ha possuto havere l'integro pagamento, però è stato necessario che, essendo manchate le intrate per la gratia facessimo alli datieri d'esso anno. E volendo caduno havia assignatione nel dicto anno havere la satisfatione sua ala rata, quantunqua pretendia el dicto Antonio li denari [ 157r] d'esso datio spectare prima ad lui per le raxioni adducia, sia altramente facto, et nui, volendo che a caduno fosse (a) data la parte sua secondo le assignatione erano facte, fecemo che'l prenominato Antonio rimase contento de non torre el tucto, ma la rata, promectendogli nui provedere in modo serrebbe satisfacto. Il perché, volendo omnino et disponendo che'l prenominato Antonio de tucto questo resta dela Camera nostra per dicta casone creditore sia integramente satisfacto, né, per havere facto quello gli era per nostra parte rechiesto, ne patischa alchuno damno, volemo, et cossì ve commandiamo che ad esso Antonio sopra li primi denari se rescoteranno per casone delli gualdi vechi e novi de Po, lire xxv mila assignate ad Antonio del Misaglia de primis, inmediate faciati opportuna firma et valida assignatione de lire milleducento imperiali, dele quale è dela prefata Camera nostra creditore, como ancora nui faciamo per la presente, et da poi gli fazati de quilli integramente satisfare in modo li habia integramente, né per questo habiamo più lettere ad scrivere. Et questo è ferma intentione et dispositione nostra. Mediolani, die xvii martii 1453 (b).
Marchus.
Francischus Sfortia vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(a) fosse in interlinea; segue sia depennato.
(b) 1453 ripetuto.