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1166. Francesco Sforza a Giacomo Bolognino, castellano della rocca di Sant'Angelo 1454 marzo 27 Milano.

Francesco Sforza dice a Giacomo Bolognino, castellano della rocca di Sant'Angelo di meravigliarsi che egli abbia tardato tanto a dargli notizia di furti e omicidi che si commettono ogni di in quel paese. Gli concede ogni arbitrio di intervento imprigionando i colpevoli, qualunque genere di militari essi siano e non liberandoli senza licenza ducale.

[ 312r] Iacobo Bolognini, castellano arcis Sancti Angeli.
Havemo recevuto una toa lettera data heri et inteso quanto tu ne ne scrive delle robarie et saxinamenti che dice se fanno ogne dì per quello paese, et cetera; ad le quale respondendo, dicemo che nuy se maravigliamo assay che tu sii stato fin ad qui ad avisarcene, perché questa é la prima novella che ne habiamo inteso, perché, havendolo inteso prima, gli haveriamo provisto. Pertanto te dicemo che siamo contenti et per queste te comettiamo et concedemo pieno arbitrio et possanza de provedere circa ciò como te pare; et che tu fazi mettere in presone et prendere tuti questi che trovaray commettere et perpetrare queste robarie et saxinamenti, siano homeni d'arme, sachomani, fanti ad pede, o de qualunque altra condicione se voglia, li quali non faray relaxare senza nostra licentia, avisandone del tuto perché gli faremo tale et si facta punitione che sarà exempio ad li altri de guardarse da simile excessi. Data Mediolani, die xxvii marcii 1454.
Christoforus.
Iohannes.