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1217. Francesco Sforza all'armigero ducale Ventura da Parma (1454 aprile 6) Lodi.

Francesco Sforza vuole che l'armigero ducale Ventura da Parma convochi davanti a sé i suoi due famigli e gli altri che presero parte a derubare Perino da Chiavari e altri suoi compagni di sei "pelle" di olio e cinque "sportelli" di pesce oltre ad altre cose, come sarà pienamente informato dal cancelliere di suo fratello Corrado (cui consentirà subito di andare per i fatti suoi). Comandi ai rei di tale furto di restituire ogni cosa, lasciando a lui, duca, di intervenire contro chi fosse renitente a fare ciò.

Venture de Parma, armigero nostro.
Siando stato robbato ali dì passati questo Perino da Chiavari et cinque altri soy compagni, et toltoli sey pelle de olio et cinque sportelli de pesce et alcune altre cose, secondo da luy intenderay per doy toy famigli et alcuni altri, secondo seray dal cancellero de Corrado, nostro fratello, avisato, ne havemo preso despiacere assay che tal cosa sia seguita, et se havessemo havuto denanzi da nuy li malfactori, li haveressemo dato ad intendere havesseno facto male. Pertanto, comettendo questa cosa ad ti, volemo che subito, recevuta questa, habbi denanzi da ti tucti quelli se sonno trovati ad simile robbarie et li comandi per nostra parte contenteneno il bono homo de tucto fine et uno bagattino, altramente certificali che non vorriano nuy haver veduto tal pesce et olio, et tu ne avisi chi serà renitente et lasseray poy fare a nuy; a questo messo faray l'onore, et presto, et spazaralo presto acciò possa andare ala sua via. Et questo non manchi per quanto hay cara la gratia nostra, mostrando questa littera se bisogna ad quelli volessero essere retrogradi. Data Laude, ut supra.
Andreas.