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1285. Francesco Sforza a Giovanni Bono e a Marco Corio 1454 aprile 27 Milano.

Francesco Sforza scrive a Giovanni Bono e a Marco Corio di aver inteso che Tiberto Brandolini pretende alloggiamenti per la condotta e non per cavalli vivi: E' ciò che il duca farebbe se lo potesse, ma gli é impossibile, dato il gran numero di gente che ha. Siccome per la sua richiesta Tiberto avanza il fatto che aspetta quello di Carpi e l'altro suo parente, gli si risponda che quando costoro arriveranno, li si provvederà di idoneo allloggiamento, ma non é consentito che, nell'attesa. al presente se ne lascino alcuni vuoti. Procurino di fare del loro meglio perché Tiberto si accontenti e se ne stia paziente. A Giovanni e a Marco sollecita l'invio dell'elenco dei cavalli vivi che si trovano lì.

Iohanni Bono et Marco Coyro.
Havemo recevute le vostre lettere et inteso quanto ne scriveti del levare de quelle gente et de quello n'ha resposto il magnifico domino Thiberto, che vole logiamento per la conducta et non per li cavalli vivi, et cetera. Del tuto restiamo avisati, et respondendone solamente ala parte che luy dice volere il logiamento per la conducta, dicemo che nuy il faressemo più voluntiera che luy non lo domanda possendo nuy fare, la qual cosa non possiamo fare per condictione alcuna del mondo, considerato tanta multitudine et grande numero de gente quanto ne retrovamo al presente allogiare in le terre nostre, che ogni homo serà molto excessivamente gravato, pur bisogna comparterli como meglio se pò. Et che volesse dare logiamento per le conducte, pensati como se potria fare quando li [ 346v] cavalli vivi apena se possono allogiare; et però exequeriti quanto ve habiamo commesso sporgendo la cosa con quello megliore modo et via ve parirà al prefato domino Thiberto. Et perché dice la magnificentia sua che aspecta quello da Carpi et quello altro suo parente, et cetera, dicemo che quando questoro venerano da luy li provederemo de opportuno alogiamento, et che starano bene, ma non é possibile che se lassi li logiamenti voyti per aspectare quelli che degono venire, perché bisogna prima allogiare questi che gle sono et adactare la cosa meglio che se pò. Siché governati mò la cosa con lo dicto domino Thiberto como meglio ve parirà per farlo restare contento et patiente ad quanto ve scrivemo, perché questa é la nostra voluntate. Vogliate poi portarne o mandarne la lista de tuti li cavalli vivi se retroveranno, secundo ve ordinassemo; et spazati prestissimo quello havete ad fare. Data Mediolani, xxvii aprilis 1454.
Zaninus.
Cichus.