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1389. Francesco Sforza ai Rettori di Bergamo (1454 maggio 13 Milano).

Francesco Sforza accusa ricevuta dai Rettori di Bergamo delle denunce dei mali comportamenti dei suoi uomini sistemati in Geradadda e in particolare di quelli di Colella da Napoli. Ribadisce di aver fatto pace con Venezia per vivere in armonia. Li assicura che se andranno da lui quelli che sono stati danneggiati e colui che é stato spogliato della "capa", tutti saranno risarciti, e così ha scritto ai suoi soldati.

[ 373r] Dominis Rectoribus Pergami.
Havemo recevuto le vostre lettere per le quali ne significate de mali portamenti de quelle nostre gente stano logiate in Giaradada, recordando alcuni damni in speciali facti per quelle de Colella de Napoli; ale quali, respondendo, dicemo che ultramodo ne rencresce se hanno facto cosa alcuna ve rincresca a vuy, né habiano damnezato alcuni delli vostri, li quali intendemo omniamente siamo ben veduti et tractati, como li nostri propri. Et con questa ferma opinione et con questo effecto havemo facto pace sincera et perfecta con la illustrissima signoria; et non potresti havere facto maiore piacere che avisarne de questo aciò le possiamo fare le debite provisioni, avisandove et certificandove et che, venendo qui quelli vostri, quali diceti essere damnezati e quello spoliato dela capa, gli faremo fare tale restauro ch'el non gli mancarà niente. Ultra ciò havemo scripto quanto ne é parso a quelle nostre gente et in modo che credemo viverano honestamente e staranno neli termini; e quando non lo faciano et ne siamo avisati, gli faremo vedere che non faranno bene. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.