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150. Francesco Sforza al podestà di Viguzzolo (1453 agosto 24 "in campo apud Gaydum").

Francesco Sforza esprime al podestà di Viguzzolo il suo sconcerto per il rifiuto da lui opposto, disobbedendo a un suo ordine (che ribadisce), a concedere al castellano e capitano della cittadella di Tortona una certa quantità di biade necessaria per "munitione" di quelle fortezze.

Potestati Vigozoli.
Havendo nuy concesso lettere patente sottoscripte de nostra propria mane al castellano et capitaneo della cittadella de Terdona de posser cavare fora de quella terra certa quantità de biave per munitione d'esse fortezze, ne hanno scritto non gli hai voluto lassare trarre fora; della qual cosa cosa per certo ne meravigliamo, né possemo pensare donde proceda tanta presumptione che non vogli obbedire le nostre lettere.
Pertanto te comandiamo che, senza pur una minima contradicione, gli lassi cavare quella quantità de biava che se contenne in dicte nostre lettere patente; altramente te certificamo che te faremo intendere quanto ne despiace a non essere obediti. Data ut supra.
Marcus.
In simili forma scriptum fuit potestati Pontiscuroni, die suprascripto.