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1516. Francesco Sforza al referendario e al tesoriere di Pavia 1454 giugno 2 Milano.

Francesco Sforza rimprovera il referendario e il tesoriere di Pavia per come si comportano con il conte Ludovico da Lugo, con i sudditi e le cose sue. In particolare il conte gli ha segnalato che essi hanno costretto un suo uomo a dare garanzia di dieci fiorini per una tassa di biade, Fa loro presente che ritiene detto conte come fosse della sua casa e vuole che come tale venga trattato, per cui avendo a che fare con i suoi sudditi, prima di far loro qualche novità, devono prima avvisare il conte in modo che non abbia più motivo di querelarsi di loro e,pertanto, la garanzia di dieci scellini da loro richiesta all'uomo del conte, il duca vuola che venga annullata, pur avendo l'avvertenza che la suddetta tassa dovesse essere pagata.

Referendario et thexaurario Papie.
El spectabile conte Lodovico da Lugo s'é doluto con nuy fortemente delli rencrescevoli et mali deportamenti havuti usati et usate verso de luy et delli sudditi, et cose soe; et ultra alli altri deportarnenti, in questì dì proximi haveti astrecto uno suo homo ad darve securtà de diece fiorini per una certa taxa de biade, quale non dié pagare, et più altri rencrescimenti tuto'l dì dice essereli facti per voy; che quando così fusse, ad nuy saria molto molesto. Vuy dovete sapere che nuy amamo cordialmente el prefato conte Lodovico, non altramente che s'el fusse della nostra propria casa, et é nostra intentione che sia reguardato et tractato in ogne soa cosa secundo l'amore che li portramo che, honorandolo nuy così, haveremo grato che sia honorato et tractato et recognosciuto dal'altri per nostro respecto in le cose iuste et honeste. Et quando vi accadesse a fare alcuna cosa (a) con li subditi suoi, doveti, prima che innovati altro, darne noticia a luy et non mettere li facti suoy in generale, perché pur debe essere qualche diffrentia da uno al'altro. Pertanto volemo che al predicto suo homo, qual ha dato la securtà de dece fiorini, li fazati cassare et licentiare dicta securtà, et che non [ 406r] gli sia dato impedimento alcuno per casone de tal taxa, perché non volimo che paghi taxa; et vogliati talmente deportarve con luy et con li homini, subditi et cose soe che non habia ad agravarse d'alcuno de vuy, perché ogne inhonesto deportamento gli sarà usato, haveremo molestissimo, havendo tamen advertentia al facto dela supradicta taxa, siando così come luy dice, dovere de rasone essere tenuto al pagamento della dicta taxa, el é ben vero che per fin qui non havemo voluto sia stato astrecto ad taxa de cavalli; siché vogliati intendere bene el facto de dicta taxa, et che non li sia facto torto.
Data Mediolani, vi iunii 1454.
Ser Iohannes.
Iohannes.

(a) Segue nuy depennato.