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1628. Francesco Sforza agli Anziani e ai Presidenti della comunità di Piacenza (1454 giugno 27 Milano).

Francesco Sforza risponde alle lettere degli Anziani e dei Presidenti della comunità di Piacenza piene di lamentele per gli eccessi commessi nel Piacentino sulla strada Romea e su quella di Pombio, percorse da malandrini, e per il fatto dei cavalli di Giovanni Cossa. Li assicura di aver accettato la pace al solo scopo che essi vivessero in pace. Ha scritto, tra le altre cose, a Teseo da Spoleto e al capitano della cittadella anche in merito ai soldati, e li leverà loro dai piedi.

Antianis et Presidentibus negociis civitatis nostre Placentie.
Havemo recevuto vostre lettere et inteso quanto ne scriveti, dolendone delli excessi che se commettano in quello nostro territorio Piasentino della strata Romea et quella da Fombio, rotta dali robbatori, del facto delli cavalli de domino Iohanne Cossa et dele taxe fa dare Theseo contra la voluntà et ordini de quelli deputati, et cetera; le quali cose ad nuy sonno rencresciute [ 434r] et rencrescano quanto dire se possa, perché voriamo che vuy et tuti li altri subditi nostri stesti bene et pacificamente, senza alcuno affanno. Et per niuna altra cosa siamo condesesi ad la pace, se non per dare reposo et tranquillità ad li populi et subditi nostri. Per satisfactione, adunque, de quanto ce haveti scripto, dicemo che non (a) habiamo scripto et commesso al capitaneo dela nostra cittadella lì et ad Theseo quello n'é parso convenire in questa materia et in modo che ne rendiamo certi ne remanereti ben contenti et, fra le altre cose circ'al facto delli soldati, vuy non ne hareti più affanno, perché, como porite intendere, nuy li facemo levare tuti et cavalcare de presente. Data ut supra.
Christoforus.
Iohannes.

(a) non per noi.