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184. Francesco Sforza al capitano di Casteggio 1453 settembre 1 "apud Gaydum".

Francesco Sforza fa sapere al capitano di Casteggio che i sottoelencati uomini d'arme del condottiero Fioravante, anzichè portarsi a Parma con gli altri, se ne sono andati, anche senza esere stati pagati, a casa loro nel Pavese con armi e cavalli. Comandi loro di rientrare a Parma e, ricusando, tolga loro armi e cavalli assegnandoli a ciascun inviato di Fioravante. Rinfacci a Todeschino di aver insegnato agli altri la via.

Capitaneo Clastigii.
Havemo inteso che li infrascripti homini d'arme del strenuo Fioravante da Perosa, nostro conductero, non sono intrati in Parma con luy et insieme con li altri suoi, et sono venuti là in Pavese a casa loro con sue arme et cavalli, del che se maravigliamo, se bene non havesseno havuto el loro spazamento, considerato che Fioravante non ha havuto el suo intero, quale gli facemo dare al presente. Pertanto volemo che, vedute le presente, tu comandi per nostra parte ali [ 50r] dicti homini d'arme vadano con loro arme et cavalli a Parma dove è Fioravanti, et fare quanto li comandarà ch'elli spazarà loro como li altri et, recusando loro de volere andare a Parma, togli l'arme et cavalli ad ogni rechiesta del dicto Fioravanti et assignali a ciascuno suo messo; et diray al Thodeschino che non ha facto bene a monstrare la via ali altri. Ex castris nostris felicibus apud Gaydum, die primo septembris 1453.
Thodeschino, Preposito da Versa, Valentino da San Zeno, Brazo da Pavia.
Cichus.