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185. Francesco Sforza al vescovo di Pavia (1453 settembre 1 "apud Gaydum").

Francesco Sforza sollecita il vescovo di Pavia a intervenire perchè i parenti ed eredi del defunto predecessore dell'attuale preposito di San Romano di Pavia non abbiano (come lamenta il nuovo preposito) a irregolarmente occupare "alcuni beni et cose che debitamente spectano ad quella chiesa.

Reverendo in Christo patri domino episcopo Papiensi.
El c'è stato significato con lamenta per parte de miser lo preposto de Sancto Romano de quella nostra cità che per alcuni, quali se fanno heredi quondam del'altro preposto suo precessore, funo occupati et retenuti alcuni beni et cose che debitamente spectano ad quella ecclesia, quantumque dicto precessore, como se dice, gli habia legati et indicati ad essi suoi heredi, il che non ha potuto fare iuridicamente. Per la qual cosa confortiamo et caricamo la reverenda vostra paternità che la voglia molto bene intendere questa cosa, et se dicte cose et beni sonno alienati contra el debito in detrimento della dicta ecclesia, provedere siano restituiti et che la ecclesia sia satisfacta et non sia inganata né fraudata. Et quello ordinarà la reverentia vostra circha questo, lo inconomo nostro li exequirà. Data ut supra.
Cristoforus de Cambiago.
Cichus.