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260. Francesco Sforza al podestà di Pavia e al capitano di giustizia di Milano (1453 settembre 18 "apud Gaydum").

Francesco Sforza rinnova l'ordine al podestà di Pavia e al capitano di giustizia di Milano di intervenire contro gli autori dello scandaloso tumulto di Pavia punendoli esemplarmente senza riguardo per nessuno.

Potestati Papie et capitaneo iusticie (a) Mediolani.
Benché credemo exequiriti con virilità quanta ve havemo commetuto ad opremere et castigare quelli giotti, quali aIi dì passati foreno cagione di tanto tumulto e scandaloso excesso in quella nostra cità de Pavia, pur havendo quella cosa tanto a core quanto gli ne potessemo havere alcuna altra, de novo ve recordamo, et caricamo quanto più possemo che, non guardando in fronte ad homo del mondo, debiati procedere contra tuti Ii colpevoli con tal effecto che Ii cativi cognoscano quanto despiace a noy el male vivere e Ii boni se confortano che la iusticia habia locho.
Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) iusticie ripetuto.