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306. Francesco Sforza a Corrado da Fogliano e al luogotenente di Lodi (1453 settembre 26 "apud Gaydum").

Francesco Sforza avvisa Corrado da Fogliano e il luogotenente di Lodi che ha deliberato di sostituire, ma non per demerito, Galeazzo e Gabriele, castellani della rocchetta dell'Adda. Ha scritto a Foschino di mandare con lettere e contrassegni, fino a quando invierà il nuovo castellano, dodici fanti dei più fidati di Porta Giovia, che Corrado e il luogotenente faranno entrare nella rocchetta, mentre gli uomini d'armi che vi stanno potranno venir via quando Corrado lo comanderà loro. Raccomanda al luogotenente di non far ricorso alla corda con il detenuto Ficiarto, ma di alternare con lui buone parole e minacce per cavargli quanto si può.

Magnifico Conrado de Fogliano et locuntenenti nostro Laude.
Deliberando nuy schambiare li castellani dela rocheta de Adda de quella nostra cità, non perchè non habiamo per fidatissimi Galeaz e Gabriele, ali quali omninamente farimo bona provisione d'altro aviamento, havimo scripto a Foschino che per alcuni dì, mentre mandiamo el castelano novo, debbia mandare li dodici fanti deli nostri deli più fidati del nostro castello de Porta Zobia, sichè, cum primum serano lì cum le lettere e contrasigni, ordinariti che intrano in la dicta rocheta, et l'homini d'arme che stano dentro poterano vegnire via cum l'altri quando tu, Conrado, gli lo comanderay. Ceterum, respondendo ad una de voy, locotenente, circha el facto de Ficiarto substenuto, et cetera, non intendimo né volimo che voy gli lassiati dare dela corda per adesso, ma che pur con bone parole e cum menaze vediate de cavare da luy tucto quello che poteti; et deinde havisatine dela confesione farà. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.