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322. Francesco Sforza a Corrado [da Fogliano] e al luogotenente di Lodi 1453 settembre 30 "apud Gaydum".

Francesco Sforza avverte suo fratello Corrado e il luogotenente di Lodi della possibilità che i nemici abbiano a fare qualche azione non appena le truppe sforzesche si muoveranno di lì per andare in campo. Raccomanda, percio, la massima vigilanza con gli uomini del paese e i retrovardi per sventare ogni trama nemica.

[ 85v] Conrado, fratri nostro, et locuntenenti Laude.
Sì como per nostre dupplicate lettere ve havemo scripto, così per queste ve replicamo che, partendose quelle nostre gente de là como farano per venire qui da nuy, como havemo ordinato e scripto, l'inimici se metterano a fare qualche cosa da là per aquistare qualche reputacione e per mostrare de fare qualche cosa. Sichè ve caricamo quanto piu possemo a stare vigilanti e solliciti in fare guardare la rippa d'Ada e fare tute Ie provixione possibile, e con Ii homini del paese, con Ii retrovardi et ogni altra cosa che al'inimici non reiuscha el pensiero e noy, nè Ii nostri subditi non recevano danno, avisandove che cum primum che quelle nostre gente serano qua, farimo tali progressi che l'inimici se smenticarano le cose de là; sichè in questo tempo attendeti a salvarve.
Data apud Gaydum, die ultimo septembris 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.