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329. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1453 ottobre 2 "apud Gaydum").

Francesco Sforza scrive al luogotenente di Lodi che Morello da Parma ha risposto alle sue richieste di vigilanza delle rive dell'Adda e di Castione affermando che, non essendo pagate, le guardie e i navaroli dei retrovardi, non garantiscono nulla di certo. Morello ha in aggiunta puntualizzato che il modo di reperire i fondi destinanti alla vigilanza per cui alcuni pagano e altri no discordano da quello che si è sempre ordinato "de fare pagare ogniuno nemine exceptato". La conclusione del duca è che, tuttavia, non cessino le guardie.

[ 87v] Locuntenenti Laude.
Solicitando nuy continuamente meser Morello da Parma a bona e vigile guardia così dela riva d'Ada, como etiamdio da Castione, semper ne responde ch'el farà quanto potrà pro viribus suis, ma che, non siando pagate Ie guardie, nè Ii navaroIi deIi retrovardi, como è ordinato, dubita molto che per tale mancamento non intervenga qualche sinistro, del quale se habiamo postmodum a pentire; et segondo el suo scrivere Ii denari deIe taxe ordinate per la dicta guardia non vanno bene, né se paghino con li debiti modi, et che alchuni paghino et alchuni non, che non è quello che sempre ve havemo ordinato et fatove commissione a bocha et in scriptis de fare pagare ogniuno, nemine exceptato. Pertanto volimo provediate a questo in modo e forma che per tali mancamenti non cessano Ie guardie più necessarie adesso che may, et habiati intelligentia con dicto domino Morello e con chi ve pare meglio circa ciò, ita che sinistro non intervenga. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.