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376. Francesco Sforza al podestà di Pavia (1453 ottobre 16 "contra Pontevichum").

Francesco Sforza risponde al podestà di Pavia che, richiestone da alcuni cittadini, ha cercato di persuaderlo a liberare gli autori del tumulto, e gli fa sapere che andrà avanti dritto a far fare giustizia per il bene della città e l'onore ducale. Lo sollecita, anzi, a trovarsi con il capitano di giustizia perchè attui la commissione affidatagli.

Potestati nostro Papie.
Havemo recevute Ie vostre lettere per Ie quale, a suasione de alcuni nostri boni citadini, ne persuadeti la liberatione de quelli sustenuti, quali haunno commesso quello excesso et tumulto et far anullare el processo loro facto per Ii respecti notati in esse vostre lettere, aIe quale, respondendo, laudiamo et comendiamo el vostro scrivere, rendendoci certissimi che tuto diceti a bona fine. Ma considerato quanto fructo e bene sia per seguire, facendo fare ragione et iustitia per el bene essere de quella nostra cità et etiamdio per I'honore nostro, siamo deliberati ch'el se prosegui a far iustitia segondo Ie comissione nostre facte al capitaneo de iustitia cum vostra participatione; del che ogni dì più se contentarano Ii boni citadini, quali hanno voglia de ben vivere, e niuno se potrà lamentare, facendo ragione indeferenter; sichè trovariteve con el prefato capitaneo et instariti ch'el se facia con prestanza. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.