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56. Francesco Sforza a Pietro de Lonate 1453 agosto 10 ("in castris apud Gaydum").

Francesco Sforza risponde circa il fatto denunciatogli da Pietro de Lonate che il famiglio ducale Gentile dalla Molara ha provveduto a far trattenere con i cavalli il figlio di uno dei gentiluomini di Godliasse (Godiasco) con il pretesto che gli furono rubati dagli uomini di detti gentiluomini 32 ducati. Il duca non crede alla sventura di Gentite e se, come hanno scritto di voler fare, detti gentiluomini gli danno garanzia di "stare a rasone con Gentile", il duca ordina a Pietro di liberare il menzionato figliolo. Circa il lamento di Pietro nei riguardi del Colleoni, il duca gli risponde secco: "luy ha una grande rasone contra de ti".

Petro de Lonate.
Havemo recevute doe toe lettere de dì v et vi del presente, alle quale respondendo, primo, ala parte del figliolo de uno de quelli gentilhomini da Godliasse, quale Gentile dala Molara, nostro famiglio, ha facto sequestrare con li cavalli suoi in quella cità, dicendo che a luy foreno tolti ducati xxxii dalli homini delli dicti gentilhomini, dicemo che ne rencressce ch'el dicto gentilhomo sia destenuto lì, como ne scrive, perché [ 18r] siamo certi ch'el dicto Gentile non dica el vero che habia perduto dicti dinari; anze faza più presto questo per cavarne qualche cosa. Pertanto volimo che dagandote li dicti gentilhomini segurtade de stare a rasone col dicto Gentile, como te hanno scripto voler fare, che tu debii relaxare liberamente al dicto suo figliolo; et facendo in questa forma non ne pare ch'el dicto Gentile se possa lamentare ch'el gli sia facto torto. Ala parte dela lamenta te ha mandato a fare el magnifico Bartholomeo Coglione, non dicemo altro se non che luy ha una grande rasone contra de ti, como per un'altra nostra più largamente intenderay. Data ut supra, die x augusti 1453.
Leonardus.
Iohannes.