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70. Francesco Sforza al commissario, al podestą e agli altri ufficiali ducali di Tortona 1453 agosto 13 "in castris apud Gaydum".

Francesco Sforza fa presente al commissario, al podestą e agli altri ufficiali ducali di Tortona la necessitą di intervenire per por fine alle lamentele di Graziolo da Vicenza per la beffa dei mancati pagamenti e per l'irriguardoso comportamento verso i suoi uomini. Il duca ridice loro di volere che Graziolo "sia de presente expedito de tucto el suo resto",in modo che sia disponibile con gli altri a essere insieme con il re Renato. Sollecitino soprattutto quelli del vescovato a versare a Graziolo le 500 lire spettantegli e impongano agli uomini di Vighizzolo e di Pontecurone di bandire ogni remora "per dillactare et fugire el pagamento".

Commissario, potestati et ceteris officialibus nostris Terdone.
Dilecti nostri, se dole et grava sommamente Gratiolo da Vincenza, nostro conestabile, ch'el č menato ala longa in li soy pagamenti, quali deve havere in quella citą et nel distrecto et che da vuy non sonno li soy favoriti, nč adiutati como se non fusse facto nostro, nč che may ne habiati havuto commissione da nuy, dela qual cosa, siando cossi, molto ne dolemo et meravigliamo de vuy, perchč dovete comprendere ch'el male de Gratiolo č pur nostro. Et perchč nuy intendemo ch'el sia de presente expedito de tucto el suo resto, aciochč se possa remettere imponcto [ 22r] et essere insieme cum le altre nosre gente d'arme che sonno dal canto de lą et cum la mayestą del Re, volemo et per questa ve comandiamo che vuy astringati con ogni sollicitutine, industria et executione reale et personale tutti quelli comuni, homini et persone quali restano debitori del dicto Gratiolo per le taxe, non resrvando persona alcuna, et sopratucto quelli del vescovato, quali restano dare le v cento libre, quelli de Pontecurono et Vighozolo, quali intendemo sonno molto renitenti et usano molte cavillatione et subterfugii per dillactare et fugire el pagamento. Curati adoncha far per forma che nuy non habiamo pił querella dal dicto Gratiolo, ma che intendiamo el sia pagato et contentato. Data in castris nostris felicibus apud Gaydum, die xiii augusti 1453.
Iohannes.