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709. Francesco Sforza a Bartolomeo Colleoni (1454 gennaio 2 "apud Marchariam").

Francesco Sforza risponde al Colleone che lascia a lui la scelta di come comportarsi con coloro che hanno favorito l'arrivo dei nemici, poi respinti dal Colleoni "vituperosamente". Il duca si dice contrario a che le genti d'arme mettano a saccomanno il paese: gli lascia, però, libertà d'azione, ma non senza raccomandargli di provvedere di "conservare li subditi et nostri amici". Non ha da obiettare che si affidi a Colella da Napoli la conquista del forte di Bre, purchè lo ottenga presto. Quanto al fatto di Tiberto Brandolini, lo informa di avergli scritto di portarsi da lui con i suoi per la presa di Asola. La lettera che il Colleoni farà avere a Pietro Giovanni da Camerino contiene l'ordine di ritornare ai suoi alloggiamenti. Dalla Valle di Gandino non s'è fatto vedere nessuno. Foransito da Bergamo, messo dal Colleoni a ufficiale o commissario della Valle di San Martino, non può occupare quel posto, perchè il padre di Ettore è gia in viaggio con una lettera ducale per raggiungere quell'ufficio e, quindi, lui,duca, non può con onore rimangiarsi la sua scelta.

Magnifico Bartholomeo Coleono.
Respondendo ad una vostra de dì 29 del passato, et primo, ala parte delli inimici che siano retornati indreto così vituperosamente, dicemo che ne piace et non dicemo altro sopra ciò. Ala parte che ne pare de fare circa quelli sonno stati (a) casone de fare venire l'inimici in quelle parte, et cetera, dicemo che vuy che seti in suso il facto faciati quello ve pare meglio; et non dicemo sopra ciò altro se non che ne refferemo ad quello che per doe altre [ 188r] nostre ve havemo scripto. Ben dicemo che non ne pare ben facto che quelle nostre gente sonno dellà mettano ad saccomano quello paese, como intendemo; però provedetigli como ve pare per conservare li nostri subditi et boni amici.
Ala parte che ve pare de lassare Colella da Napoli ala impresa de Bre, dicemo che, essendo le cose dellà reducte alli termini che scriveti et possendose havere fra cinque o sei dì, como credemo de si, siamo contenti li dicati et ordinati per nostra parte che attenda et vada ala dicta imprexa, et che se sforzi quanto più presto gli serà possibile de redure quella rocha ala nostra obedientia; et che sopratuto faza presto. Ala parte che scriveti del facto de domino Thiberto, dicemo che nuy gli l'habiamo scripto ch'el debia venire da nuy con li suoi al'impresa de Asola; et così lo aspectiamo. Ad Piero Iohane da Camerino scrivemo per l'aligata che ritorni ali suoi allogiamenti, la quale vogliate mandare per proprio messo. Ala parte de quelli della Valle de Gandino dicemo che havemo inteso quello che ne scriveti; et fino qui non è venuto qui da nuy. Ala parte de quello comissario, seu offitiale, Foransito da Pergamo, che haveti posto in la Valle de Sancto Martino, dicemo che questo non pò havere loco perchè lo patre de Hectore, al quale havemo promesso dicto offitio, ha già havuto la nostra lettera del dicto offitio et è partito per venire al dicto offitio; che se pure nuy havessemo havuto lo adviso inanze havesse havuta lettera, per compiacerve l'haveressemo facto voluntera et haveressemo facto restare contento il predicto; ma con nostro honore non lo poressemo fare, neanche ne pare de farlo per niente. Data ut supra.
Zaninus.
Cichus.

(a) Segue ad depennato.