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962. Francesco Sforza a Gentile della Molara s.d.

Francesco Sforza vuole che Gentile della Molara si porti sul posto per por fine alla vertenza tra gli uomini di valle Caleppio e quelli di Lovere per la giurisdizione di Vigolo e Tavernola. Deve cercare di calmare tutto " con bone parole", non essendo "cosa de litigio"

Gentili dela Molara.
Pare che vertisa fra Ii homini de vale Calepio et quello de Luere, per la iurisditione de Vigolo et Tabernola, allegandio l'una parte che dicti luochi degano respondere ad sè et l'altra e converso, pertanto volemo che tu debbi trasferirte (a) fin lì, intendere questa et provederli per qualche bono mezo como te parerà, et quietare questa differentia in modo che niuna delle parte habia ad stare in contesa per questo facto, avisandone per toe lettere de quanto haverai seguito. Questa non è cosa de litigio, ma cosa de acordare con bone parole per al presente, perché, quanto alIa raxone, col tempo più quieto, se provederà al tuto.

(a) In A trasferire con t in interlinea.