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274. Francesco Sforza a Mano 1450 novembre 17 Milano

Francesco Sforza si compiace con l'ebreo Mano per la disponibilità a sovvenzionarlo: si rechi pure da lui. Ha scritto ai dazieri di non infastidirlo.

Mano, ebreo.
Cum ferma speranza che ali nostri bisogni tu ce debbe aiutare et subvenire domesticamente, te havimo mandato ad fare una rechesta per Iohanne nostro Boldizone, el quale ne ha referito per sue littere la tua bona et optima disposicione de fare quanto te sia possibile voluntera. Dela qual cosa te rengraciamo et avisamo che cum noy tu ne perderay niente et sta certo che nostra natura non è de smenticarse lingeramente quelli che ne servino volentera ali nostri bisogni. Siché non te rincresca a servirci, che tu vederay per lo avenire quello che te ne seguirà e li tractamenti che te farimo nel nostro dominio. Siamo etiandio contenti et damote licencia, non obstante che tu sì stato e praticato a Pavia, che tu vegni qua da nuy a Milano. Ulterius, perché havemo sentito che li dacieri del'imbotato te vogliano imbottare in la forteza, gli scrivemo per le alligate che non te diano impazo per quello che tu gli hay, perché l'è per municione, in modo non te darano impazo alcuno. Mediolani, die suprascripta.
Cichus.