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202. Francesco Sforza a Galeotto Ratti 1451 febbraio 4 Lodi

Francesco Sforza scrive a Galeotto Ratti, capitano di giustizia, che, intendendo liberare dopo lunga prigionia Giacomo Piccinino, chieda l'assenso di Luchina Dal Verme. Vuole inoltre che Piccinino rilasci una scrittura di sua mano o si faccia un atto pubblico secondo quanto il duca scrive.

[ 60r] Domino Galeotto Ratto, capitaneo iusticie.
Perché seramo contenti et voramo che Iacomo Picinino, quale è stato tanto tempo presone, oramay usissi de presone, como de ci scrivemo alla magnifica madonna Luchina del Verme in bono modo per nostre littere, delle qual te mandiamo qui inclusa la copia (a), te confortiamo vogli essere con la prefacta madonna Luchina et sentire la intencione et voluntà soa et, quando sarà contenta, el poteray liberare et rilassare. Et, como sarà fuora, teneray modo et via per ogni modo che luy facia una scriptura valida de soa mane del'effecto te mandamo qui incluso (b), in ordine et con le solempnità è de bisogno, et, non savendo luy scrivere, ne faray fare publica scriptura per instrumento in forma ragione valida, secondo meglio te parerà convenire. Laude, iiii februarii 1451.
Cichus.


(a) Alla lettera era allegata la copia della missiva n. 203
(b) Alla lettera era allegato l'originale del documento n. 201