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23. Francesco Sforza al capitano della Martesana [Pietro Paolo Pontani da Spoleto] 1450 dicembre 30 Milano

Francesco Sforza ribadisce al capitano della Martesana di far restituire da Ambrogio Ysaco a Giannino da Riva, massaro di Giovanni da Carate, i buoi da lui rubati, soddisfacendo per lui la sua contingente rata; parimenti vuole che chiunque vanti crediti con Giovanni o con il suo massaro li faccia valere nei debiti luoghi, perché intende che sia chiaro che nel duca non è altro che iusticia.

[ 19v] Capitaneo Martesane (1).
Per altre nostre ve havimo scripto nel facto di bovi robati per Ambroso Ysaco a Zanino da Rippa, massaro de maystro Zohanne da Carate nostro, volendo siano restituiti, satisfacendo lui la sua contingente rata. Il che non haveti facto, dove ne prendemo admiracione asay. De novo ve comandamo che subito faciati rendere dicti bovi senza spexa né dilacione alcuna, avendo satisfacto nel pagamento del'argentera, como mostra per sue police et confexione, sotto colore de dicta argentera, non volimo ch'el povereto remanga disfacto, ma, se alcuna persona o per debito in comune o per altra particolar cagione, pretende dovere havere da maystro Zohanne nostro o dal suo massaro, chiamano rasone ali nostri debiti luoci, non volimo che alcuna persona ne manchi, perché in nuy non è altro che iusticia. Ma fra questo tempo non sian tenuti li bovi in pendigio, ch'altramente seremo malcontenti. Mediolani, xxx decembris 1450.
Cichus.


(1) Identificato come Pietro Paolo Pontani da Spoleto (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 203).