Registro n. 4 precedente | 278 di 1893 | successivo

278. Francesco Sforza a Cedrione da Roma 1451 febbraio 10 Lodi

Francesco Sforza scrive a Cedrione da Roma: vuole che oltre a lui anche Galeotto Ratti sia giudice della causa tra i gentiluomini di Meda e i fratelli Avvocati.

[ 74r] Domino Cidrioni de Roma.
Havemo inteso com'el nostro Conseglio secreto ha levato de mano de miser Galeoto Ratto, nostro capitano de iusticia, la causa vertente tra alcuni zentil homini da Meda da una parte et li fratelli delli Avogadi dal'altra et commessala a voy, del che se siamo alquanto maravigliati, perché noy altramente havevamo ordinato. Nostra intencione è che miser Galeoto suprascripto intenda et decida questa cosa, ma ben volemo che ancora voy gli siati compagno et ambidui intendiati la cosa. Et così scrivemo per nostre littere al predicto Conseglio et ad esso miser Galeoto. Siché vogliati interprendere questa cosa et insieme cum esso miser Galeoto diligentemente et senza rispecto alcuno subtilmente perscurtarla et intenderla, perché così è nostra intentione. Laude, x februarii 1451.
Cichus.