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182. Francesco Sforza al conte Giovanni Anguissola 1451 luglio 18 Cremona.

Francesco Sforza informa il conte Giovanni Anguissola che, non volendo che "nissciuno se ministre rasione luy stesso et faciase la cosa ad suo modo", ha incaricato Sceva Corti, capitano della cittadella di Piacenza, di risolvere il caso di una mula rubata dai suoi uomini ad Antonio Boiotto, uomo del conte Manfredo Landi.

Comiti Iohanni de Angusciolis.
El magnifico conte Manfredo da Lando se querella et lamenta como per li tuy gli è stata tolta una mula ad uno Antonio da Boyotto, suo homo, et tolte altre cose ad certi altry suy homini sotto certo colore che molto ne fa maravigliare. Queste cose cussì facte nè ne pare ben facto che nissciuno se ministre rasione luy stesso et faciase la cosa ad suo modo, et aciò la ragione habia loco et iustitia se ministre ad ogniuno, havimo commesso questo facto alo spectabile homo et egregio doctore miser Scieva de Curte, capitaneo della nostra citadella de Piasenza, che habia vedere, cognoscere et terminare questo facto, sichè mandariti da luy, como ve parerà, per questo facto che intendemo la ragione habia loco et quanto iustitia vole se facia. Cremone, xviii iulii MCCCCLprimo.
Cichus.