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331. Francesco Sforza a Pier Maria Rossi 1451 luglio 28 Cremona

Francesco Sforza dice a Pietro Maria Rossi di essere contento di potergli accordare il canonicato, vacante dalla morte del figlio di Martino Cherbazo. Facendogli presente che i beni di detto beneficio sono nelle terre di quelli da Correggio con i quali Pietro Maria non ha buoni rapporti, il duca, lasciando a lui la decisione definitiva, gli suggerisce però di rinunciare.

[ 82r] Magnifico Petro Marie de Rubeys.
Como doviti havere inteso per le lettere quale vi debbe haver scripto Francisco Maletta, nuy fossimo molto contenti compiacervi del canonicato, achadendo vachare per la morte del figliolo de maystro Martino Cherbazo, facendose nuy presuposito ch'el ve ne dovesse reuscire honore et bene. Hora, perché intendimo che li beni d'esso canonicato sonno nel terreno de quilli da Corezo, cum li quali sappiamo in quale convenientia et despositione siti et loro cum vuy, dicimo ne pareria lo dovesti lassare per evitare ogni errore et scandolo podesse achadere fra vuy, perché non sappiamo quanto poderiti ben convenire insieme. Et de esso canonicato nuy ne provedirissimo volontiera ad uno secretario del reverendissimo monsignore cardinale Camorlengo quale è vinuto qua da nuy cum bolle expectative, per far cosa et grata al prefato monsignor cardinale. Pur nondimancho, benché recordiamo questo per evitare quanto poderia achadere, vi dicimo che questa cosa la remettiamo alla voluntà vostra perché, se pur voriti tenere dicto canonicato, nuy ne restarimo contenti et se sfozarimo atendere la promissione nostra. Data Cremone, xxviii iulii MCCCLprimo.
Cichus.