Registro n. 6 precedente | 547 di 1271 | successivo

547. Francesco Sforza a Gentile della Molara 1451 agosto 22 Lodi

Francesco Sforza vuole che Gentile della Molara solleciti Luchina dal Verme a levare cavalli e bocche che da diciassette mesi tiene su un possedimento del monastero del Senatore di proprietà della curia pavese.

[ 127v] Gentili dela Molaria.
Zentile, tu vederay per la introclusa supplicatione lo espresso torto che per quilli dela magnifica madonna Luchina è facto ad Lexandello de Minelli et Antonio de Bonascosi, nostri citadini de Pavia, per li cavalli et boche che gli ha tenuto già mesi decesepti passati, ad una possessione presso ala torre del'Abbatesta in lo vescovato nostro de Pavia, quale possessione loro tengono ad ficto dal monastero del Sanatore dela cità nostra de Pavia. Dela qual cosa li dicti nostri citadini se sonno molto doluti et che fin qui la spesa che gli ha facta monta circha libre septecento septe, como intenderay più ad pieno dali presenti portatory. Il perché, attento quello havimo dicto, consciderato etiandio che quello loco del vescovato nostro de Pavia, como havimo dicto, volimo che te ritrovi cum la prefata madonna et per nostra parte dirgli et confortarla che ella voglia levare via li dicti cavalli de lì, et mandarli altrove insieme cum quelle altre boche gli stanno, perché le intendimo mandare delli altri nostri, essendo nostra iurisditione, li quali cavalli et boche havimo informatione che se poranno alogiare in altry lochi lì presso, dove non alogia niuno; siché in questo non gli manchare per exequire la voluntà nostra. Data Laude, die xxii augusti MCCCCLI.
Cichus.