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641. Francesco Sforza al Consiglio segreto 1451 settembre 7 Lodi

Francesco Sforza scrive ai membri del Consiglio segreto circa le proteste dei dazieri di Pavia per l'incarcerazione di alcuni di loro, costretti al pagamento dei dazi, da parte del referendario e Gracino da Pescarolo, cosa impossibile data la sospensione dei gualdi che si conducevano a Genova e che impedisce però il ritorno da Genova con mercanzie delle quali beneficiavano i loro dazi. Il duca, offerte loro 300 lire al mese, giudicate insufficienti, chiede al Consiglio segreto di valutare in merito a ciò.

[ 149r] Dominis de Consilio secreto.
Sono venuti da noy li datieri della nostra cità de Pavia lamentandosse che per lo referendario lì et per Gracino sono stati incarcerati et astrecti al paghamento di datii, dicendo che questo gli saria impossibile per la suspensione di gualdi, perché li dicti gualdi se conducevano a Zenoa et da lì se menaveno indrieto dele merchantie quale bonificaveno li soy datii; et quantuncha più dì passati havendolo facto simile querella noy scrivessimo che fosseno supportati de 300 libre el mese, pur dicono che questo non gli basti. Pertanto venendo loro da vuy, ve committiamo et volimo li intendiati et participando con li Magistri delle intrate nostre gli faciati quella provisione che ve parerà honesta et rasonevele; el simile etiamdio volimo faciati quando loro non venesseno. Bem ve caricamo habiati bona advert[ent]ia et vedeati se questa suportacione de 300 libre el mese è troppo o puocha et se loro dignamente se hanno a contentare, remettendo però a vuy, como è dicto, che gli faciati quella provisione che ve parerà. Et d'essa avisate noy et similmente li dicti referendario et Gracino aciò possano exequire la deliberacione vostra. Laude, vii septembris 1451.
Cichus.