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998. Francesco Sforza al podestà di Novara 1451 ottobre 7 Lodi.

Francesco Sforza scrive al podestà di Novara che del fatto di Antonio Matto e un "Sanseverinesco", colti a rubare grano, ha informato i fratelli Sanseverino perché puniscano i due. Il podestà s'accordi con Battista Visconti, capitano del distretto, per por fine ai continui furti.

Potestati Novarie.
Alla toa de dì tri del presente respondendo, te dicimo circha che uno Antonio Matto et uno altro Sanseverinesco, havendo robato certo grano et essendo caciati, chridarono Savoya et cetera, che ne scrivemo opportunamente alli spectabili fratelli da San Severino che debiano punire et castigare quello predicto Antonio Matto et suo compagno et anche cadauno altro che commetta robbaria né altro excesso ita che sia exemplo ad altri de bene vivere. Il perché vogliamo che, havendo tu intelligentia cum li predicti fratelli, provedi che non se commettano tante robarie como ogni dì ne habiamo reclamacione assay, sforzandote de havere malfactori nele mano et puniendoli iremissibilmente. Circha ciò etiam intenderati cum Baptista Vesconte, nostro capitaneo del districto, al quale scrivimo similmente che se debia intendere con ti circha le dicte robbarie. Laude, vii octobris 1451.
Alla parte che ne [ 239r] scrive quella cità essere molto evacuata per casone della peste, ti dicimo, comendando in questo la diligentia toa, che debi attendere a bona guardia siché non possa intervenire scandalo né manchamento alchuno. Data ut supra.
Cichus.