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1123. Francesco Sforza a Manfredo da Forlì 1452 settembre 22 "apud Lenum".

Francesco Sforza esprime a Manfredo da Forlì, commissario di Pontevico, la soddisfazione perché sia lui e i connestabili sono consci della necessità di fare buona guardia di quel luogo e di conseguenza tutti i fanti rimangano sul postoe vigilanti. Ha ben fatto a rimandare indietro quelli confinati. Circa la richiesta di calcina per il rivellino, il duca scrive al referendario e al tesoriere di Cremona che mandino quattro carri a Seniga o soldi per comprarla da un eremita.

[ 278r] Manfredo de Forlivio, commissario Pontisvici.
Dilecte noster, havemo inteso quello ne hay scripto respondendo alle nostre circh'al facto del suspecto quale havemo in quella terra, et cetera, et piacene che tu et quelli nostri conestabili habiate l'ochio ad bona guardia de quello loco, et cusì volemo faciate. Piacene anchora ne habii advisati quanti fanti hano li dicti conestabili et quanti homini sonno in quella terra et che habii comandato ad quelli (a) confinati che debiano retornare alli confini soi. Ma perché non bastaria el tenere li fanti se non attendono alla guardia, volemo provedi che li dicti fanti non se partino dela dicta terra, immo stiano continue attenti alla guardia d'essa per modo che periculo non possa intervenire. Piacene ulterius che habbi fornito quello revellino et te ne comendiamo, ma perché rechedi dela calcina per rabocharlo, scrivemo per l'alligata al referendario et thesaurero de Cremona che te debiano mandare a Seniga quelle quattro carra de calcina che tu rechede, over mandarte le xvi libre da torre quella del'heremita, et cusì crediamo farà: vogli addunga sollicitare che la te sia mandata. Apud Lenum, xxvi septembris 1452.
Irius.
Cichus.

(a) Segue conestabili depennato.