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1151. Francesco Sforza al podestà di Cremona 1452 settembre 29 "apud Lenum".

Francesco Sforza sollecita il podestà di Cremona a una più puntuale e rigorosa osservanza degli ordini, emanati per il bene e la salute della città

[ 282r] Nobili viro dilecto nostro potestati Cremone.
Dilecte noster, ne pare comprendere, et cossi vedemo per effecto, che quella nostra città, ove verisimilmente deveriano megliorare in questi tempi per respectu dela peste, se ne pezora et va pezo de dì in dì, et questo intendiamo provedere perché non se observano li ordeni posti circa de ciò, de che non possemo se non meravegliarce et dolerce, perché onde va il bene et la salute de quella nostra città et soi cittadini, se glie voria havere altra advertentia. Et quantunche per alre nostre ve habiamo scripto assay per osservantia deli dicti ordeni, non dimeno ve lo recordamo de novo et ve commettamo et volemo che omnino debiate fare observare li dicti ordeni et usar ogni studio et diligentia vostra, et anchi fare ogni provisione expediente per salute et conservatione dela dicta città. Et se per lo passato è manchato da voy in observare li dicti ordeni, voliateve deportare da mò innanzi più ferventemente et fare in modo che meritate laude et come(n)datione da nui et non possate essere imputato de negligentia, del che ve caricamo quanto sapemo et possemo. Apud Lenum, xxviiii septembris 1452.
Irius.
Cichus.