Registro n. 7 precedente | 1456 di 2129 | successivo

1456. Francesco Sforza a Marcoleone (1452) ottobre 27 "apud Calvisanum".

Francesco Sforza ribadisce a Marcoleone che la principale attività dev'essere quella rivolta alla fortificazione del borgo e al rialzo del riparo della seriola per tranquillità della gente d'arme che vi sta dentro. Accenna al richiamo fatto ai condottieri perché impongano ai militari di non danneggiare le case della gente del luogo, avvertendoli che se non desistessero, i fanti e la gente del luogo li puniranno severamente.

[ 344r] Marcoleoni.
Respondendo ad una toa, ad zò sappi la mente nostra circ'al facto de quelli lavoreri, volemo che prima se proceda per quelli homini ala fortificatione de quello borgo et alzare el reparo dela seriola al manco tanto quanto è alto (a) uno homo, ad ciò che le zente d'arme glie restino dentro secure, perché, facto questo, potrano poi attendere ala fortificatione dela terra, et, nisi havemo scripto ad domino ser Simone et ad quilli nostri homini, sollicita aduncha che cusì se faza. Appresso, perché intendiamo che quelle nostre gente d'arme se deportano male cum quelli homini in torli el strame e guastarli le case, havemo scripto ad quilli conducteri et (b) admonitoli che provedanno ad questo, perché non facendolo, ne faremo tal demostratione ch'el parirà che ne siamo mal contenti; perhò volemo li admonissi ancora ti, et quanto pur alcune d'esse zente d'arme procedesseno in preterire questo nostro comandamento, volemo che cum quilli nostri fanti et cum el favore de quelli nostri homini li tagli a pezo senza remissione alcune. Apud Calvisanum, xxvii octobris (1452).
Irius.
Cichus.

(a) alto in interlinea.
(b) Segue adntol in interlinea.