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171. Francesco Sforza ai sudditi delle terre rivendicate da Fieramonte di Villafranca (1452 febbraio 7 Milano.)

Francesco Sforza ricorda ai sudditi delle terre rivendicate da Fieramonte, marchese di Villafranca, come ignomignosamente si sia comportato Galeotto da Campofregoso al tempo del [primo: dicembre 1447-dicembre 1450] dogato di Genova di Ludovico Campofregoso, quando privò Fieramonte delle sue terre. Vuole che ritornino alla sua obbedienza e facciano quanto loro imporrà il commissario ducale di Pontremoli, assicurandoli della clemenza di Fieramonte.

Crediamo sapiati et intendiati chiaramente quanto dishonestamente se mossi misser Galeotto da Campofregoso, al tempo che misser Ludovico teneva el ducato de Zenova, a torre et privare de quelle terre Fioramonte, marchexe de Villafrancha, et meritamente ve debbe rencrescere che quello che é vero naturale et antiquo signore debbi essere privato et tazato in questo modo. Et perchè non intendiamo patire ch'esso Fioramonte, quale é nostro adherente quindici anni fa, stia fora de casa tanto tempo contra ogni iustitia, equità et debito de raxone et patisca tanto detrimento et danno quanto ha fatto per lo passato, vi confortiamo, caricamo et strengemo che voliati retornare a l'obedientia d'esso Fioramonte et acceptarlo et torlo per vostro signore, come debitamente è, certificandovi che quando non lo facesti, ce saria necessario farvelo fare, vogliati o non. Et circa de ciò, vogliati fare et exequire quanto ve rechiederà lo commissario nostro de Pontremolo, quale é informato dela mente nostra, senza exceptione et conditione alcuna, nè dubitati essere puniti nè maltractati dal dicto Fioramonte per alcuna cosa che habiati commisso per lo passato, promittendovi nuy che ve tractarà bene et ve sarrà perdonato ogni iniuria et cosa commissa et perpetrata da mo indreto. Data ut supra.