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1725. Francesco Sforza a Iannuccio da Foci 1452 novembre 19 Gambara.

Francesco Sforza informa Iannuccio da Foci di aver scritto ad Angelello e a quei condottieri che vadano a stare nel borgo di quella terra, di cui ha ordinato la fortificazione e vuole che Iannuccio stesso spinga i condottieri, lenti nell'eseguire l'ordine, a entrare nel borgo. Per timore dei nemici, lo Sforza permette che tengano dentro i carriaggi e le loro cose più care; Iannuccio garantisca che, in caso di un attacco, farà abbassare i ponti e li accoglierà dentro.

[ 413r] Iannucio de Foco.
Perché si' avisato dela voluntà et intentione nostra, te notificamo como per nostre lettere noi (a) scrivimo ad Angelello et ad quelli nostri conducteri che debiano tucti ussire de quella nostra terra et che vegano ad stare nel borgo d'essa, quale havemo ordinato che sia fortificato, como siamo certi tu intenderay per le lettere, quale noy havemo scripto ad quelli nostri homini ad ciò stiano securi. Et perché forse dicti conducteri ad questa nostra voluntà se faranno alquanto tardi, ti dicemo che, ala recevuta de questa, glie commandi che uxiscano fora per quanto hanno cara la gratia nostra, et tu faray che subito exequiscano questa nostra voluntà. Siamo bene contenti, se pur havessero qualche dubitatione de inimici, che possano tegnire dentro li loro carriagi overo cose che hanno più care et certificaraili che, se pur havesseno qualche impeto dali nimici, che tu li farai bassare li ponti et che li receptarai dentro et, così accadendo, siamo contenti faci. Ceterum volimo che tu sollicite che quelli dicti nostri homini che attendano cum ogny loro possanza ad fortificare dicto borgo, como ancora noy li scrivemo, perché dicti conducteri et nostre gente habiano ad remanere securi. Ex Gambara, xviiii novembris 1452.
Bonifatius.
Cichus.

(a) Segue te depennato.