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1728. Francesco Sforza ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e ad Andrea da Pisa (1452 novembre 19) Gambara.

Francesco Sforza esprime ad Angelello da Lavello, a Mariano da Arezzo e ad Andrea da Pisa il suo rammarico per avere male eseguito il loro compito che è la cura e l'amministrazione dei fieni e strami perché durino lungo tempo. Suo intendimento è che si sistemino nel borgo e, perchè vi possano stare sicuri, ha concordato con il marchese di Mantova l'invio di duecento guastatori per provvedere alla fortificazione del borgo. In caso di attacco dei nemici, saranno abbassati i ponti e fatti entrare dentro in luogo sicuro.

Angelello de Lavello, Mariano de Aretio et Andree de Pisis.
Noi havemo inteso che voy facete mal massareza deli strami et feni quali sonno lì, che, essendo cossì, quanto ne despiaza l'havite ad consyderare molto bene, che per una cosa invero non porreste fare la più molesta may ad demostrarne che siate affectionati et prompti al bene del stato nostro, voy dovereste (ri)sparmiare et compartire dicti feni et strami per modo che havesseno ad durare longo tempo, et non fareste puncto stragio, como intendimo, imo molte volte pensareste, quando ce fosse bello tempo, de mandare ad cogliere del strame per le prate per (ri)sparmiare quello havite ad casa. Questo ve havemo voluto scrivere per aviso vostro, perché, fazendo altramente, noy ve recordaremo una volta non haverete facto bene. Ceterum ve avisamo como nostra intentione è che voy debiate tucti uxire dela terra et venire ad stare nel borgo, et per cosa alcuna non volemo state in la terra. Et perché non ne habiate ad dubitare de inimici, ve advisamo como havemo ordinato che lo illustre signore marchese mandarà lì cc guastatori per fare mettere in forteza dicto borgo, li quali credimo serranno o domane o l'altro, siché voliate cum ogni studio, solicitudine et ingegno vostro attendere ala dicta fortificatione per modo che restate securi. Ben ve dicimo che fra questo mezo, se pur haveste dubio deli nimici, possete lassare dentro dala terra li carreagi overo cose più care, et quando ben ve occorresse impeto alcuno deli nimici, l'homini dela terra sempre ve bassarano li ponti et ve receptaranno dentro per salvarve. Siché, ala recevuta de questa volimo debiate tucti como havimo dicto uxire fora. Ex Gambara, ut supra.
Bonifatius.
Cichus.