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1783. Francesco Sforza a Gerolamo da Roma 1452 novembre 26 Gambara.

Francesco Sforza esprime a Gerolamo da Roma il dispiacere per lo stentato procedere dei lavori. Siccome si tratta di un bene che giova a tutti, vuole che si riprenda a lavorare alacremente identificando chi distoglie la gente dal lavoro. Vuole chieda informazioni sui lavori Bartolomeo da Fermo, se fosse lì, perchè provvederebbe a mandargli guastatori per procedere senza perdere tempo.

[ 425v] Hyeronimo de Roma.
Respondendo ala toa lettera circ'al facto de quello lavorero, dicimo che ne dolemo grandemente che non se gli prosegua più solicitamente. Et perché qui depende cum el bene cossì de quelli quanto el nostro, te avisamo che per l'alligata noy scrivemo ad essi homini che cum ogni solicitudine debiano attendere al dicto lavorero, sichè confortaraili ad non perdere tempo veruno: ma perché dici che sonno alchuni che tolleno la voluntà ad chi l'ha bona, dicimo che ne debii avisare chi sonno. Ceterum vogline avisare se è lì Bartholomeo da Fermo, al quale diray per parte nostra ch'el ne voglia chiarire quanto ha comenzato largo quello lavorero, et cossì quanto butta larga la fossa in fondo, et etiam quanti cavezi sonno in cercho dicto lavorero, ad ciò che tucto remangamo avisati et noy, interea, provederemo de mandarti qualche guastatori ad ciò ch'el se fornisca più presto, circ'al che, non gli perderai tempo veruno. Ex Gambara, xxvi novembris 1452.
Bonifatius.
Cichus.