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1922. Francesco Sforza ad Antonio da Trezzo 1452 dicembre 5 Gambara.

Francesco Sforza si compiace con Antonio da Trezzo per la sua andata a Cotignola e per quanto ha fatto circa la vertenza tra gli uomini di Cotignola e quelli di Modena; resta in attesa del parere degli ambasciatori fiorentini. Giacomo dal Pozzo non ha altra alternativa che di ritornare a Pavia. Informato dell'andata del vescovo di Modena a Roma e a Napoli, scrive ad Antonio da Trezzo quello che dovrà fare per lui con il papa e con il Re d'Aragona. Gli spiace che Antonio non abbia ancora avute le cento lire promesse: solleciterà i Maestri delle entrate perché gli facciano avere detta somma. Gli acclude il salvocondotto richiestogli dal pronotaro, fratello del marchese del Monferrato.

[ 450v] Antonio de Tritio.
Antonio, havemo veduto quanto ne hai scricto per una toa, data a xxviii del passato, et restiamo advisati de quanto in essa se contiene, alla quale, respondendo, multo n'è piaciuta l'andata a Cotignola, et più ne piace quello hai facto circha la differenza et excessi commessi tra quelli de Cotignola et quelli de l'illustre signor duca da Modena, et de tucto te commendiamo. Et quanto ac questa parte non dicimo altro, se non che al facto de commectere questa differenza, perché la cosa è grave, ce ne consigliarerno et poi te avisaremo quello sarà da fare. Alla parte de quello te ha dicto lo magnifico signor Malatesta non respondemo altro al presente. Nui aspectiamo ambasiatori della excelsa comunità de Firenze: intenderimo quello vorranno dire circa questa parte et poi te responderimo quello haverà affare la signoria soa. Messer Iacomo dal Pozo farà bene a retornare da nui, come ha dicto a ti et anchora ha scripto ad nui, et s'ei non venirà, gli observarimo quello gli havimo promesso. Nui ve scrivemo quello vederai per la alligata, sive introclusa copia, siché non accada dire altro se non che lo chiarissi che, s'el non venirà nel termino dato da nui, non haverà più lettere, ma gli observarimo la promessa. Quello illustre signor non bisogna ne faza instantia per esso messer Iacomo, perché non consentiressemo per modo alcuno ch'el sia partito senza nostra licentia. Imo deliberamo che per ogni modo ritorne a Pavia. Retrovandote, adunche, con la signoria soa, avisala de questa nostra intentione, et confortala ad havere patientia, perché in ogni altra cosa gli conpiaceremo, salvo in questa. Dell'andata de monsignor veschovo de Modena a Roma, a Napoli, restiamo advisati et, perché rescrivemo a lui per l'alligata quello haverà affare per nui con la sanctità de nostro Signore et con la maestà de Re d'Aragona, non dicimo altro se non che gli vogle mandare la dicta lettera et ti medesimo fargli et mandargli una cifra. De quello ne scrive della retornata de ser Antonio da Pesaro da Correzo et delle novelle de l'imperatore, restiamo avisati et non dicimo altro se non che te comendiamo della diligentia che usi in ogni cosa. Ce maravigliamo et dolemo che fin adesso non habbi conseguito quelli cento ducati, quali te fecimo asignare a Parma, et però replicamo ali Maistri de l'intrate che, postponendo ogni altra cosa, te debia fare respondere delli denari d'essa assignatione. Et cusì siamo certi faranno. Alla parte de quello te ha scripto Cristoforo da Carcano, non facemo altra resposta, perché haverai inteso per doe nostre quello haverai a far seco. El salvaconducto, quale te ha rechesto el reverendo protonotario, fratello de l'illustre marchese de Monferrà, te mandiamo qui alligato. Ex Gambara, v decembris 1452.
Irius.
Cichus.