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304. Francesco Sforza a Galeazzo da Castiglione, podestà di Castelleone 1452 marzo 18 Milano.

Francesco Sforza scrive a Galeazzo da Castiglione, podestà di Castelleone di aver fatto bene a eseguire la licenza accordata a Scaramuzza da Cremona e lo ammonisce di eseguire quanto gli dice il capitano del distretto cremonese di lasciare, in esecuzione delle lettere ducali, di esportare biada da qual territorio. Lo rassicura di aver richiamato i fanti alloggiati a Pizzighettone a non fare ulteriori danni.

[ 78v] Prudenti viro Galeaz de Castiliono, potestati nostro Castrileonis.
Inteso quanto per una tua ne sc(r)ivi circha quello hai operato per la excecutione della licentia, quale havimo concessa ad Scaramuza da Cremona, dicimo, respondendote, hay facto bone (a) et ne piace, ma de quello che ne rechedete essere chiarito da nuy, ti dicimo che tucta volta ch'el capitano del distrecto nostro Cremonese te scriva de lassare cavar biada di quella terra in executione delle nostre lettere, che alhora seremo contenti che exequischi quanto per luy te sarà scripto. Alla parte che quilli fanti da Pizgetone te (b) habiano damnificato et tolto el tuo feno et usato quelle parole deshoneste, te dicimo che ne despiace molto, advisandote che per essa rasone nuy li scrivemo opportunatamente et alli castellani et potestate nostro d'essa nostra terra che li admonischano et per modo che non habiamo nuy ad sentire lamenta, altramente che nuy li provedirimo per modo che chi haverà fallito non arestarà ben contento. Mediolani, die xviii martii 1452.
Bonifatius.
Cichus.

(a) Così in A
(b) Segue ha depennato.